Prosa

Gian Micalessin e Fausto Biloslavo portano a teatro i loro quarant’anni di reportage di guerra, raccontando con immagini e parole l’orrore dei conflitti e il valore della pace.

Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni inaugura la stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia 2024, con Franco Branciaroli.

Una raffinata riflessione sul tempo tratta da Tempo curvo a Krems di Claudio Magris, con l’interpretazione di Alessio Boni. La paradossale libertà dell’invecchiare, tra leggerezza e consapevolezza, in un rapporto profondo tra il teatro e uno dei più lucidi pensatori contemporanei.

Al Politeama Rossetti, Simone Cristicchi intreccia musica, parole e immagini d’archivio Rai per rievocare il 26 ottobre di settant’anni fa, quando Trieste si ricongiunse all’Italia, nove anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

In collaborazione con la Rai del Friuli Venezia Giulia, “26 ottobre. Un mare di ombrelli” di Gianni Gori, scritto in forma di radiodramma, per la prima volta “rappresentato” nel suo farsi su una scena teatrale.

Cuore di una rassegna declinata nel segno del rispetto per l’ambiente, anche lo spettacolo mantiene l’originaria essenza itinerante nel Parco, alla luce del tramonto, e attraversa la produzione drammaturgica di William Shakespeare ispirata alla Natura.

Un percorso tra i più intensi epistolari d’amore, da Massimiliano e Carlotta a Cvetaeva e Rilke, interpretati da Stefania Rocca e una voce maschile, con musiche dal vivo. Un’esperienza emotiva e sensoriale tra parole, suoni e suggestioni d’autore.

Capolavoro della letteratura del Novecento e straordinario romanzo psicoanalitico di Italo Svevo, La coscienza di Zeno ha celebrato nel 2023 il centenario della sua pubblicazione. Un’opera che racconta lo smarrimento umano davanti all’ignoto e prefigura un’umanità sospesa tra fragilità e autodistruzione.

La stagione 2022-2023 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si apre con Il mercante di Venezia di Shakespeare, con un magistrale Franco Branciaroli nei panni di Shylock. Un cast intenso dà voce a una trama attuale, che riflette su identità, convivenza e legami umani.

Cosa succede? Nulla di clamoroso: qualcuno si rovina al gioco, due amanti si ritrovano e si perdonano, qualche sogno s’infrange… ma soprattutto si spettegola. È Venezia – come dice Don Marzio – un paese in cui tutti vivono bene, tutti godono la libertà, la pace, il divertimento.

Per Jezabel, spettacolo tratto dal romanzo omonimo di Iréne Nèmirovsky del 1936 pubblicato in italiano nel 2007, è la prima messinscena teatrale in Italia.

“IL MURO TRASPARENTE. Delirio di un tennista sentimentale”. Una parete di plexiglass tra l’attore e il pubblico. Il tennis: evidente metafora della vita.

Azione coreografica in nove quadri, tratta dalla fiaba di Carlo Gozzi. “Stretta è la foglia, larga è la via / dite la vostra che ho detto la mia”.

Spettacolo itinerante nei luoghi di Dante Alighieri a Verona, con il sistema Silent Play.

Una commedia shakespeariana cupa e attuale, immersa nell’attrazione del male e nella fascinazione dell’ambiguo.

È consapevole Mirandolina di quello che le sta accadendo? Sa o non sa? Forse, si sta innamorando? Goldoni non ci dà la risposta. Dobbiamo trovarla noi.

Uno splendido testo, che racchiude in sé le caratteristiche del capolavoro, allestito per le giovani generazioni di spettatori dagli artisti che animano il territorio delle Tre Venezie.

“Posso chiamare «Il deserto dei Tartari» il libro della mia vita”, Dino Buzzati.

Romanzo d’amore epistolare dell’era Internet, tratto dal capolavoro editoriale di Daniel Glattauer, descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventata virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?

Complessa e profonda riflessione tratta da Il Vangelo secondo Pilato di Eric-Emmanuel Schmitt.

Dal poema di Dino Buzzati che anticipò la graphic novel.

Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia di William Shakespeare, 37 opere, in 90 minuti?

Giallo coniugale del drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt. Un po’ comico, un po’ drammatico, sicuramente reale.

Una delle commedie più riuscite di Carlo Goldoni, sulla debolezza umana.

La commedia di William Shakespeare tradotta dall’inglese in lingua veneta.

Naufragi, intrighi e miracoli: il dramma romanzesco di William Shakespeare racconta il viaggio di un uomo in cerca di verità e redenzione.

La follia come saggezza e la saggezza come inconsapevole follia… nell’Enrico IV di Luigi Pirandello.

Tra i titoli meno frequentati del repertorio di Carlo Goldoni, maestro della commedia veneziana, l’opera affronta temi di guerra, occupazione e onore, alternando lirismo, comicità e suggestioni dalla Commedia dell’Arte.

“Per me la massima prova letteraria è il teatro, quando entri nel mondo del teatro, entri nel mondo delle favole, nel mondo della fantasia.” Dino Buzzati.

“La vita non è che un’ombra vagante”. Il racconto di Macbeth, attraverso le parole, il corpo, la musica.

“A voi il diritto di giudicare questo diabolico assassino. Scegliete il giorno, il luogo, la tortura. E che sia la più crudele.”

«Le domande di Amleto sono la sua gloria o la sua tragedia?» Julian Beck.

Spettacolo per macchina da proiezione e attore solo, nato come grande omaggio al cinema.

Spettacolo itinerante in lingua italiana e inglese, secondo più longevo di Verona.